Datagate, a Cerveteri la megabase italiana di ascolto satellitare
Cerveteri sarebbe il centro di ascolto italiano un sistema planetario di intercettazioni e spionaggio. A sostenerlo è un’inchiesta del settimanale Panorama che, assieme alla rivista di geopolitica “Look out”, ha dedicato un ampio dossier al tema della raccolta dati nello spionaggio e del programma messo in piedi dagli Stati Uniti per rubare informazioni dagli altri Stati, uno scandalo noto come “datagate”.
Il centro di ascolto e raccolta dati si trova nel grande campo militare sull’Aurelia, in cui da alcuni punti rialzati all’esterno delle lunghe mura è possibile scorgere gli enormi radar bianchi del centro. Attualmente è in costruzione anche un altro grande edificio, adiacente a quello vecchio, visibile sempre dal Cavalcavia di via Fontana Morella.
Secondo l’articolo, a firma Luciano Tirinnanzi, “in Italia esiste effettivamente un “Grande Fratello” capace di ascoltare ogni comunicazione pubblica e privata e in grado di intercettare mail, fax, telefonia mobile e fissa: si chiama ECHELON”. E quel “Grande Fratello” si trova proprio a Cerveteri.
La struttura sarebbe parte del ben più ampio “programma d’intercettazione mondiale messo in piedi dagli Stati Uniti e dal Regno Unito già nel primo dopoguerra, che portò alla progressiva creazione di un sistema di respiro mondiale, basato su stazioni di ascolto posizionate in diversi angoli della terra, in grado di garantire un’adeguata copertura satellitare e l’ascolto di ogni parola scritta o pronunciata in tutto il globo”.
L’inchiesta ricorda l’importanza del programma Echelon, a cui il nostro Paese aderisce – sotto segreto di Stato – attraverso la base di ascolto di Cerveteri, dove una stazione orientabile collegata a numerosi satelliti spia USA può teoricamente intercettare le comunicazioni di qualsiasi cittadino. Ed Echelon è come un antenato del programma di sorveglianza PRISM degli Stati Uniti, gestito dalla National Security Agency (NSA), di cui si sta parlando molto in questi giorni.
“La base di Cerveteri – riporta l’articolo – è gestita ovviamente da personale militare e le operazioni d’intercettazione sono coordinate dall’Aise, il servizio segreto di sicurezza esterna, ex SISMI. Qui lavorano almeno trecento persone, tra personale militare, civile e contrattisti, tra i quali soprattutto informatici e traduttori. Questi ultimi, in particolare, sono il fiore all’occhiello di ECHELON Italia e il fatto che una delle sezioni più sviluppate sia proprio il reparto traduzioni chiarisce gli scopi per i quali la base in provincia di Roma è predisposta: l’ascolto delle reti diplomatiche”.
“Cerveteri, infatti, è adibito a monitorare soprattutto le trasmissioni delle sedi diplomatiche estere grazie a sistemi crypto, ovvero sofisticati software crittografici e di decrittazione, programmati in funzione sia attiva sia difensiva. Scopo ultimo è, infatti, provvedere a intercettare conversazioni specifiche e accuratamente selezionate, a scopi politici. E non, come verrebbe da credere, a scopi archivistici per catalogare le conversazioni degli italiani. Oltre alle apparecchiature di ascolto, il centro ECHELON Italia riceve – questo sì – la massa di notizie provenienti dall’NSA riguardanti soprattutto il nostro Paese, per vagliarle e analizzarle”.
Ecco dunque svelato, per chi ancora non lo sapesse, che cosa si nasconde dietro i lunghi muraglioni rossi che costeggiano l’Aurelia, via Pizzo del Prete. e via Pizzo del Prete.
La funzione di tale sistema – spiega il settimanale – è bypassare le normali procedure d’intercettazione previste dalla legge italiana ( il cui iter renderebbe l’intercettazione difficilmente fruibile ), ma è altrettanto vero che nessuno nel nostro Paese – né Cerveteri né altri – ha come obiettivo intercettazioni di massa, né tantomeno i militari sono là per monitorare le conversazioni di ogni singolo cittadino.
Insomma, senza saperlo, Cerveteri non è mai stata così internazionale.
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